mercoledì 27 novembre 2013

panzanella mia fatti capanna ^_^

Dalla tradizione contadina e dalla semplicità ecco un altro piatto velocissimo da preparare poiché non necessita di alcuna cottura. (e per di più VEG già per sua natura). Perfetto per una pausa pranzo veloce o fuori casa, da portare in ufficio o da gustare in estate in spiaggia sotto l'ombrellone .. perché sì questo piatto è vero che è prevalentemente estivo ma in realtà non ha stagione se lo si adatta a tutto l'anno facendo qualche variante negli ingredienti. Ottimo anche come antipastino (se in piccole porzioni) o come insalatona ^_^ .

La panzanella è un piatto tipico dell'italia centrale io personalmente l'ho assaggiata la prima volta in toscana e poi in umbria ... ne esistono tantissime piccole varianti, qui ne propongo una estiva ed una più autunnale : -D



PANZANELLA 
(versione estiva)

INGREDIENTI:

pane raffermo (+)
aceto di mele
olio evo
sale
pepe alla creola
pomodori
cipolla rossa
cetriolo
peperone giallo e/o rosso
zucchina
prezzemolo fresco

Immergere il pane in acqua e aceto. Nel frattempo lavare pulire e sminuzzare tutte le verdure e metterle in una ciotola condendole con olio, sale e pepe. Scolare ora il pane e strizzarlo bene con le mani in modo da eliminare il liquido in eccesso. Sbriciolarlo e amalgamarlo ben bene alla ciotola con le verdure.

(+) per la versione senza glutine si può utilizzare "pansottile" al saraceno o sfoglie di mais e riso ma solo se spesse almeno 1/2 cm  e ben compatte (come vedete dalla foto il risultato è pressoché identico)

PANZANELLA 
(versione autunnale)

INGREDIENTI:

pane raffermo (+)
aceto di mele
olio evo
sale
pepe alla creola
pomodori secchi lasciare a rinvenire in acqua
cipolla o porro
funghi champignon freschi
carciofi freschi tagliati sottilissimi o carciofini sott'olio (senza glutine)
melanzana (alla griglia o scottata in padella) oppure se non avete tempo olive taggiasche nere
1 /2 foglioline di menta (facoltative)
prezzemolo secco


RISOTTO TOPINAMBUR E FINFERLI


RISOTTO TOPINAMBUR E FINFERLI

INGREDIENTI
per 2 persone

140 gr di riso
1 topinambur
30/40 gr di funghi finferli conosciuti anche come galletti o gallinacci freschi (cantharellus cibarius)
1 lt di brodo vegetale
1 bicchiere di vino bianco secco vegan ok
1/2 cipolla o 1 scalogno medio
olio evo
sale
pepe alla creola
prezzemolo secco o fresco
2 cucchiai di lievito alimentare di melassa in scaglie (senza glutine e lievito)

Preparare il brodo vegetale e mantenerlo caldo. Pulire, pelare e tagliare a rondelle sottili il topinambur e farlo cuocere per pochi minuti in padella con un filo d'olio e acqua assieme ad una metà di cipolla sminuzzata ed un pizzico di sale. Sminuzzare la rimanente cipolla e metterla con un filo d'acqua a sbollentare in una casseruola dalle pareti alte. Nel frattempo pulire bene e tagliare a listarelle i finferli. Quando la cipolla è pronta (e non bruciata mi raccomando) aggiungere il riso e farlo tostare per un paio di minuti con un filo d'olio e un pizzico di sale e pepe. Aggiungere il vino e farlo evaporare. Amalgamare bene il tutto. Aggiungere ora il topinambur e iniziare ad aggiungere il brodo vegetale poco alla volta e procedere così fino a fine cottura del riso. Verso metà cottura incorporare i finferli. 
Quando è pronto aggiustare di sale, pepe e un filo d'olio e poi spegnere la fiamma e spolverare con il lievito alimentare e poi amalgamarlo bene per far mantecare il riso. In ultimo aggiungere il prezzemolo e servire. 

^_^ BUON APPETITO. 







martedì 26 novembre 2013

Metti un involtino a tavola

Solito dilemma serale... che cosa preparo stasera?? Per fortuna mi sono ricordata che al mercato all'ultima spesa fatta avevo preso delle belle foglie molto grandi di bieta con l'idea di farne dei fagottini o degli involtini ripieni e questa è la sera giusta.

INVOLTINI MAXI DI QUINOA E VERDURE 
( adattabile anche alla versione RAW ) 


INGREDIENTI:
per 4 involtini grandi

4 foglie di bieta molto grandi e integre
1 pomodoro cuore di bue grande
1 cetriolo
1 cavolo rapa
1 tazza circa di quinoa 
olio evo
sale
curry
aglio in polvere
senape di  digione

Per prima cosa mettere in una pentola dell'acqua a bollire e immergervi e scottare le foglie intere di bieta ben lavate in precedenza ed i relativi gambi tagliati grossolanamente per qualche minuto (proprio pochi, lasciarle giusto intenerire e non annerire, devono rimanere belle verdi). Toglierle e farle raffreddare lasciandole da parte. Attendere qualche minuto in più per i gambi e poi levarli e far raffreddare anch'essi. Sciacquare nel mentre bene la quinoa sotto il getto d'acqua con un colino dalle maglie strette (altrimenti essendo davvero molto piccina la perdete per il lavello ^_^ ) e poi metterla in una padella senza alcun condimento e farla tostare per pochissimo tempo; giusto quello necessario affinché si asciughi bene. Aggiungere acqua calda delle biete fino a ricoprirla e procedere così per circa una decina di minuti o comunque fino alla cottura desiderata. Regolare di olio e sale e aggiungere un cucchiaino di curry e una punta di cucchiaino di aglio in polvere. Condire bene il tutto e togliere dal fuoco facendo riposare la quinoa in padella. Sbucciare e tagliare a listarelle il cetriolo, il cavolo rapa ed il pomodoro.
Stendere sul piano di lavoro o sul tagliere una foglia di bieta adagiandola con cura e aprendola bene. Nella parte centrale mettere uno strato uniforme di qualche listarella di cavolo rapa e qualche tocchettino di gambo di bieta, fare poi uno strato leggero di quinoa e poi altro strato di cetriolo e pomodoro; terminare con qualche punta di senape qua e là. Richiudere verso l'interno i lati esterni della foglia e con cura arrotolarla su se stessa. Adagiarla sul piatto lasciando l'estremità finale a testa in giù in modo che non si apra. Ripetere il procedimento con le altre foglie.  


Le quantità elencate sono sufficienti a riempire 4 involtini. Questi non vanno "imbottiti" troppo altrimenti poi si sfalderanno o peggio ancora romperanno. Lo strato inoltre non dovrà essere solo al centro va diviso equamente vs la parte centrale. L'involtino risulterà comunque molto voluminoso e ricco. Garantito! ^_^


NG (NOTAGUSTO): volendo si possono creare allo stesso modo dei fagottini semplicemente chiudendo le estremità della foglia vs l'alto come per fare un sacchettino e chiudendoli magari con un filo bello lungo di erba cipollina . 

PER LA VERSIONE RAW :  far intenerire le foglie a bagnomaria con acqua tiepida oppure consumarle direttamente crude e utilizzare la quinoa germogliata al posto di quella in chicchi.

DAL GIAPPONE A NOI...

Un tipo di pasta che mi piace mangiare ogni tanto (anche perché non è così semplice da trovare.. per lo meno dalle mie parti) per alternare i soliti sapori ma mantenere il SENZA GLUTINE è la soba.
Si tratta di spaghetti prodotti interamente con farina di grano saraceno ( 100% gluten free) e in asia, soprattutto in giappone vengono consumati sia freddi accompagnati da verdure saltate in padella o crude, sia caldi all'interno di zuppe squisite. 
In questa versione che vi propongo li utilizzo come classici spaghetti, ma con un condimento dal sapore asiatico: infatti assaggiai qualcosa di molto simile in loco e il sapore asprigno ma gustoso mi è rimasto nel palato ed ho cercato dio riprodurlo qui in Italia con quel che si ha :-P

SOBA NOODLES CON LIME E SPINACI



INGREDIENTI: 
dosi per 2 persone

150 gr di soba noodles
200/250 gr di spinacini freschi
1 cipolla di tropea media
1 lime
olio evo
sale
pepe

Grattugiare la scorza del lime e metterla da parte. Dividere poi l'agrume in 2 ed estrarre e filtrare il succo dalla prima metà che ci occorre quasi subito. Mettere in una padella la cipolla tagliata a dadini sottili con poca acqua; appena evapora aggiungere il succo di mezzo lime e gli spinacini. Far cuocere fino a che la verdura appassisce e diventa tenera e quando necessario aggiungere acqua. Regolare di olio, sale e pepe e incorporare la scorza del lime. Scolare la soba al dente e versare in padella con il succo filtrato del rimanente lime. Saltare per un paio di minuti e aggiungere un filo d'olio.





IL MITO DELLA PASTA FROLLA

Riuscire a fare una pasta frolla commestibile senza burro, nè uova diciamoci la verità: non è cosa semplice e nemmeno tanto "reale" ... in rete si trovano ricette su ricette che dicono esser buone etc..etc.. poi vai a prepararle e una volta se le lanci contro il  muro ci fai un buco grande come un'oblò di una nave, oppure se ti pare immangiabile ne hai la certezza quando anche solo facendola annusare ai pelosi di casa te la schifano a distanza, oppure perdi direttamente due denti per cercare di staccarne un morso....
Detto questo la questione si aggrava ulteriormente ed in  modo esponenziale se la si vuole persino preparare senza glutine... l' Armageddon definitivo insomma.... eppure... una frolla degna del nome SI PUO' FAREEEEE (cit. Frankenstein Junior) .



PASTA FROLLA VEG E SENZA GLUTINE 

INGREDIENTI:

150 gr di farina di riso fine
150 gr di farina di mais fine
1 bustina di cremor tartaro
1 punta di cucchiaino di bicarbonato di sodio
1 pizzico di vaniglia in polvere o dalla bacca
80 gr di zucchero grezzo di canna
scorza di 1 limone grattugiata
200 ml di latte di riso
100 ml di succo di mela 100% (se non l'avete potete sostituire con altro latte di riso)
80 ml di olio di semi di girasole

Setacciare le farine (ma non dovrebbe esser necessario se fini) e unire tutti gli ingredienti secchi in una ciotola capiente.
Un po' alla volta incorporare il latte, il succo e in ultimo l'olio.
Impastare bene con le mani fino a che non si otterrà un'impasto morbido e malleabile tale che non si appiccicherà più alle dita.
L'impasto non si riesce a stendere bene col mattarello, o almeno io preferisco non farlo per non disgregarlo troppo (essendo privo di glutine) quindi lo metto direttamente nella tortiera (foderata con carta forno o ben oliata in precedenza) e poi con le mani lo stendo sulla forma in modo da creare uno spessore di 5 mm circa. Con la forchetta create dei fori nella base qua e là.
Infornare a forno già caldo a 180° fino a doratura della frolla e cioè fino a che i bordi non cominciano a prendere colore.

NG (NOTAGUSTO) : Questa frolla è friabile ma non farinosa, rimane compatta ed è molto leggera. Per fare una crostata è l’ideale così come per torte tipo cheesecake se le si vuole cuocere al forno. Non è mai stata collaudata per farne biscotti e quindi non so se possa andar bene anche se credo rischino di rimanere forse troppo morbidi... 

lunedì 25 novembre 2013

PIADA AMATA PIADA

Altro impasto che mi avete chiesto in massa e che tanto si ama è quello per la piadina.
Ora essendo io romagnola è un grosso compito per me dare le dritte per questa delizia estremamente semplice ... ammetto di aver avuto grossi scogli dovendo cercare alternative senza glutine e senza lieviti, ma alla fine ecco qua.... ne esiste solo una versione? ebbene no ...

Vediamo prima un po' di storia però.
Ci sono tracce nella storia della Piadina romagnola descritta come pane azzimo cotto su lastre arroventate fino dal 1200 a.c., preparata dagli Etruschi e tramandata ai Romani, la Piadina è stata utilizzata nel Medioevo e nel Rinascimento.
Dopo la conquista romana dell'Etruria, molte ricette vennero inglobate nella tradizione romana e tra queste c'era anche laPiadina che iniziò ad essere consumata anche nell'antica Roma negli ambienti più raffinati.
Mentre dai contadini la Piadina veniva preparata perchè era un cibo semplice ed economico oltre che gustoso...
Nell'antichità, l'antenata della Piadina romagnola, veniva consumata con un ripieno a piacere o come sostituta del pane, anche se doveva essere consumata in fretta perchè dopo poche ore, a causa della cottura inadatta, diventava talmente dura da essere immangiabile.
E' doveroso citare il poeta romagnolo Giovanni Pascoli, che celebrò nei suoi versi i sentimenti più veri della gente di Romagna, esso fa risalire la piadina alla mensa latina e ne trovò tracce addirittura nell'Eneide, e per questo definì la piadina "pane rude di Roma". Tanto è vero che il tipico "testo" romagnolo, la lastra di terra refrattaria su cui si fa cuocere la Piadina romagnola, deriva proprio dal latino "testa", cioè "coccio". E qualcuno dice che anche il nome piadina provenga direttamente da "platus", cioè "piatto".
La piadina sopravvive fino al medioevo quando, a causa delle tasse sul pane e delle quote di grano da versare ai signorotti, il pane divenne sempre meno consumato a favore della piadina che poteva essere preparata anche con farina di altri cereali non tassati.
Nel periodo del Rinascimento la Piadina romagnola ebbe un declino, ma rimase sempre il semplice pasto dei contadini e della povera gente che non poteva permettersi qualcosa di più e doveva accontentarsi dei prodotti della terra.

Oggi la piadina  è consumata sopratutto in Romagna, dove nei paesi della campagne romagnole, si incontrano con facilità piccoli chioschi di Piadina e Crescioni, dove spesso madre e figlia impastano e stendono il semplice composto della Piadina romagnola a mano. Da notare la differenza tra la piadina riminese e quella della bassa Romagna, la prima viene stesa molto sottile mentre nella Romagna da Forlì in giu, spesso viene servita abbastanza grossa.

Tuttavia non è una regola e non c'è una regola, tutto sta nelle sapienti mani di chi ama e prepara la Piadina romagnola.

PIADINE VEG SENZA GLUTINE E LIEVITO

come spiegato nel post della pizza le dosi possono variare per tanti fattori quindi sapeepiatevi regolare a seconda della consistenza dell'impasto che vi si forma man mano che lo lavorate.. non aggiungete i liquidi tutti insieme, mettetene un po' e amalgamate poi un altro po' e via così fino all'ottenimento della consistenza desiderata.




AL SARACENO

INGREDIENTI

300 gr di farina di grano saraceno
200 gr di amido di mais
100 gr di amido di riso
300 ml di acqua ben calda
2 cucchiai colmo di olio evo
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di bicarbonato di sodio


AL RISO

INGREDIENTI

150 gr di farina di riso
150 gr di fecola di patate
100 ml di acqua tiepida
4 cucchiai di olio evo
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di bicarbonato

AL RISO (versione 2)

INGREDIENTI

300 gr di farina di riso
50 ml di acqua tiepida
50 ml di latte di soia non zuccherato
3 cucchiai di olio evo
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di bicarbonato

NG (NOTAGUSTO) : questa piadina rimane molto morbida infatti una volta stesa vien meglio se rimane più piccina rispetto alla classica, ma con un gusto sorprendente... diciamo più simile e adatta anche per fare le tigelle o lo gnocco fritto... oppure ottima anche come pizza di piadina ^_^

ALLA QUINOA

INGREDIENTI

100 gr di farina di riso
200 gr di farina di quinoa
100 ml di acqua tiepida
1 o 2 cucchiai di olio evo
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di bicarbonato






PIZZA: un dovere a tavola tutto italiano ^_^

Ultimamente mi stanno chiedendo in molti come fare pizza, piadina, gnocco fritto e pani vari... quindi mi sono decisa ad accontentarvi e darvi qualche consiglio...

Per prima cosa bisogna dire che non volendo utilizzare farine che creano massa glutinica la soluzione non è subito immediata e soprattutto non esiste un SOSTITUTO EQUIVALENTE con un altro tipo di farina.
Come avevo già spiegato in altri post i preparati di farine o mix di farine con il claim spiga barrata sono perfetti da un punto di vista del glutine stesso, ma nell 90% dei casi contengono grandi quantità di zucchero siano questi destinati ad essere preparati per impasti salati o per impasti dolci.
Perchè lo zucchero? Lo zucchero (soprattutto quello bianco raffinato) funge da legante e va quindi a creare massa glutinica necessaria a far si che non vi si sfaldi l'impasto.
Visto che lo zucchero raffinato è da evitare al pari del glutine per non dire anche di più l'alternativa che resta è scegliere un mix di farine prive di glutine naturalmente tali da reggere il proprio compito a seconda del tipo di ricetta, ma soprattutto SPERIMENTARE SPERIMENTARE E SPERIMENTARE.
Ogni farina infatti non è uguale alle altre e non solo perchè di tipo o di marca differenti, ma anche perchè ogni macinatura del chicco non è mai identica sia per una questione di umidità dell'aria, che per quando viene raccolta, etc... un po' come per il caffè ... avete mai notato che ci sono giorni in cui non viene buono come al solito?
Questo è per dire che nonostante si abbia sotto mano una ricetta non è detto che se presa alla lettera sia di nostro pieno aggrado, può capitare di dover rivedere qualche quantità o addirittura di dover aggiungere o togliere qualche ritocchino quà e là e con le farine prive di glutine questo è ancora più probabile alle volte.
Io stessa mi vedo a variare qualche ricetta super collaudata se non è giornata o se la farina non mi soddisfa in quel momento.

Detto questo veniamo a noi a al primo impasto SUPER CLASSICO e SUPER AMATO. La pizza.


PIZZA SENZA GLUTINE E SENZA LIEVITO

INGREDIENTI
dosi per 2 pizze grandi

*350 gr di farina di riso (oppure 250 gr di farina di riso e 100 gr di farina di grano saraceno)
250 gr amido di mais
350 ml di acqua tiepida
10 gr di sale
25 gr di bicarbonato di sodio
2 cucchiai di olio evo
semi di lino e di sesamo (facoltativi)

Unire tutti gli ingredienti ed ottenere un impasto morbido come quello classico. Non avendo lievito non occorre far lievitare l'impasto poiché il bicarbonato agisce immediatamente a contatto con l'acqua. Quindi sarà sufficiente coprire con un canovaccio per il tempo necessario a prepararvi la spianatoia su cui stendere le pizze e tutti gli ingredienti che vi occorrono per farcirle ^_^. Fate riposare  l'impasto circa 15 minuti max  e poi preparate le pizze ed infornatele. Negli ingredienti trovate anche i semi di lino e di sesamo... se volete potete aggiungerli all'impasto e daranno un aroma ulteriore alle vostre pizze. C'è chi ama aggiungere anche un cucchiaino di agave o altro dolcificante ... vedete voi... io lo preferisco senza.

(*) se volete creare un impasto con glutine, ma sempre senza lievito consiglio una farina o anche 2 tipi di farine ma integrali e bio come ad es 200 gr di grano duro integrale e 150gr di farrio bio integrale; non occorre aggiungere amido di mais alla ricetta.

NB: TRUCCHETTO ... se nn doveste riuscire a stender l'impasto mettetelo direttamente nella teglia da pizza e con le dita stendetelo lì ben bene :D 

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UN PO' DI STORIA..
Chi ha inventato la pizza? Come e dove nasce?

Per cercare di rispondere a tutte queste apparenti semplici domande, bisogna ripercorrere la storia della pizza e dei suoi ingredienti a partire da molto lontano ...infatti molte migliaia di anni fa, alle origini della storia, l'uomo diventava agricoltore e raccoglieva i chicchi di grano e quando ne aveva bisogno se ne nutriva. In seguito l'uomo scoprì che poteva anche impastare quel grano con l'acqua, e arrostire quell'impasto, a forma di disco su pietre roventi.
I primi che fecero questa procedura aprirono la strada alla conquista del pane. Da questa considerazione possiamo dire che pane e focacce sono all'origine della pizza e rappresentano la radice stessa della nostra civiltà. 
Il grande passo successivo fu quando venne scoperto il principio della lievitazione, e fu inventato il primo forno per una cottura molto più comoda rispetto al passato. Questo avvenne circa seimila anni fa in Egitto nella zona della mezza luna fertile dal Nilo all'Eufrate.
C'era stato chi aveva notato che l'impasto, veniva a volte invaso da forze misteriose che lo facevano gonfiare e poi guastare. Alcuni consideravano impura quella pasta e la buttavano, altri invece pensarono di studiare il fenomeno e di sfruttarlo: tutto dipendeva dalle concezioni religiose dell'epoca. Gli ebrei, per esempio, rifiutarono sempre il pane lievitato e nei loro riti non era ammesso. Gli egizi invece impararono ad utilizzare quella pasta e a cuocerla. Gli egiziani inventarono il forno, questa è un informazione certa, che era a forma di cono. 

Arrivando in Italia a Napoli, verso il Mille, si parla di primitive schiacciate chiamate “lagano”, e compare anche il termine “picea”, forse per indicare una preparazione diversa, nel senso di avere già il disco di pasta coperto da ingredienti colorati prima di infornare il disco di pasta.
Successivamente compare il termine pizza, non dimenticando però che il termine pizza indica anche oggi nel sud d'Italia non solo la classica pizza, ma anche dischi di pasta ripieni, focacce ripiene, o preparazioni analoghe.
Da segnalare anche che nel Seicento, in un'operetta napoletana, chiamata il Cunto de li Cunti, c'è una storia intitolata "Le due pizzelle".

Ma per veder comparire finalmente la pizza per come siamo abituata a riconoscerla ai giorni d'oggi bisogna ancora aspettare il Settecento e il motivo di questo ritardo è lo stesso che presiede la nascita degli spaghetti al pomodoro, ovvero, perchè il pomodoro in Europa non esisteva fino a quando non venne introdotto dall'America e quindi fino alla scoperta dell'America nel 1492. Da quella data passò ancora un secolo e mezzo prima che gli europei scoprissero le virtù del pomodoro in cucina e i napoletani in particolare ne facessero una loro bandiera culinaria.
Quindi solo in tempi recentissimi rispetto alle migliaia di anni che abbiamo descritto prima, che nascono la pizza e gli spaghetti al pomodoro.
Verso la fine del Settecento dunque si comincia a distinguere la pizza a Napoli arrivando poi al 1830 per avere notizia dell'esistenza di una pizzeria vera e propria (fino allora i pizzaioli avevano solo dei banchi all'aperto) che viene considerata la prima pizzeria nata a Napoli, detta Port'Alba, perché si trovava a fianco dell'arco che da piazza Dante immetteva in via Costantinopoli.

Nell'estate del 1889 accadde un episodio celebre e noto a molti italiani ormai: il re Umberto I con la regina Margherita, trascorsero l'estate a Napoli nella reggia di Capodimonte, per fare atto di presenza nell'antico regno delle due Sicilie. La regina era incuriosita dalla pizza che non aveva mai mangiato e di cui forse aveva sentito parlare da qualche scrittore o artista ammesso a corte. 
Ma non poteva andare lei direttamente in pizzeria, così la pizzeria andò da lei; fu chiamato a palazzo il più rinomato pizzaiolo del tempo, don Raffaele Esposito, titolare della rinomata pizzeria Pietro il Pizzaiolo, che si trovava alla salita Sant'Anna. 
Don Raffaele utilizzando i forni delle cucine reali, assistito dalla moglie donna Rosa, preparò una pizza speciale con mozzarella, pomodoro e basilico, cioè con i colori della bandiera italiana, che entusiasmò in particolare la regina Margherita, e non solo per motivi patriottici. 
Don Raffaele, colse al volo l'occasione e chiamò questa pizza "alla Margherita", il giorno dopo la mise in lista al suo locale ed ebbe come si può immaginare innumerevoli richieste.




venerdì 22 novembre 2013

ALGHE .... O VERDURE ??

Sempre per rimanere in tema etnico ed avendo in dispensa una confezione di alghe essiccate miste che era da un po' che mi guardava fiduciosa mi sono decisa a rifare uno dei miei antipasti preferiti di cui ero ghiotta in Giappone e che quando capita non disdegno anche qua nei ristoranti giapponesi se la qualità mi sembra discreta.
Poi però mentre ero in corso d'opera mi son resa conto che la quantità non era sufficiente per entrambi (me e il mio dolce consorte) e allora come rimediare?? Penso un attimo... apro il frigo...cerco in freezer... e si sperimentiamo una versione dell'insalata di alghe giapponesi in versione tutta italiana alla MADE IN YLE STYLE ^_^

INSALATINA DI ALGHE 
INGREDIENTI

mix di alghe essiccate (qui wakame,dulce e nori) 
1 peperoncino rosso piccolo essiccato e tagliato a fettine molto piccole
1 cucchiaio di mirin (aceto di riso)
1 cucchiaio di salsa di soia senza glutine o tamari
1 cucchiaio di sciroppo d'agave
1 cucchiaio di olio di sesamo o altro olio di semi (ma attenzione perchè il sapore varia)
semi di sesamo a piacere

Mettere le alghe in acqua salata bollente e lasciarle per circa 3 minuti o comunque fino a che non risultano molto tenere. Scolarle e strizzarle un po' in modo da eliminare il liquido in eccesso. Lasciarle poi raffreddare. Successivamente aggiungere tutti gli ingredienti alle alghe e mescolare bene bene. Riporre in frigo e servirle fredde.

NG (NOTAGUSTO) : se si vuole creare una ricetta RAW o ad ogni modo di vuole evitare di lessare le alghe - qui però consiglio di acquistarle in negozi bio e certificati - ; esse possono esser immerse per una decina di minuti in acqua tiepida ed il risultato è pressoché il medesimo (l'unico accorgimento è nel caso si volessero utilizzare alghe kombu che invece rendono meglio il loro sapore se cotte)

VERSIONE ITALIANA MADE IN YLE STYLE ^_^

INGREDIENTI

5/6 ciuffetti di spinacini freschi ben puliti e lavati
100 gr di edamame (fagioli di soia verde)
1/2 peperoncino rosso piccolo essiccato e tagliato a fettine molto piccole
mirin (aceto di riso) o al max aceto di mele
2 cucchiai di salsa di soia senza glutine o tamari
1 cucchiaio di sciroppo d'agave
2 cucchiai di olio evo
semi di sesamo a piacere

In una padella con un po' d'acqua far sbollentare gli spinaci e gli edamame (li trovate negli ipermercati ben forniti nel reparto surgelati e sono coltivati in Italia) fino a che non s'inteneriscono secondo il vostro gusto. Aggiungere direttamente in padella tutti gli altri ingredienti e far rapprendere il sugo amalgamando bene il tutto. Servire caldi o tiepidi.


ETNICO E SENZA GLUTINE... niente di più facile

Per variare un po' dal solito primo di riso o mais (sempre per una questione di evitare il glutine) una simpatica e piacevole alternativa che ogni tanto mi diverte preparare è un piatto tipico della cucina asiatica a base di spaghettini di fagioli mungo conosciuti anche come vermicelli, spaghetti di vetro, filo di fagioli o spaghetti di soia... ma non fatevi ingannare dal nome: sono infatti spaghetti formati da un tipo di fagioli (Mung per l'appunto) e acqua ... quindi ASSOLUTAMENTE PRIVI DI GRANO e perfetti per un regime o una scelta SENZA GLUTINE ^_^

Nel mercato mondiale sono conosciuti anche come cellophane noodles e questo perchè si trovano in commercio in pacchettini, sono fili lunghi e sottili, bianchi e duri, sono avvolti a matassa. Una volta cotti diventano quasi trasparenti. Li si trova sia nei supermercati ben forniti o nei negozi etnici. Nella cucina asiatica vengono utilizzati anche per zuppe (che trovo davvero buone) o fritti direttamente nel wok in abbondante olio per esser poi serviti come accompagnamento a piatti a base di verdure, ma anche con sapori agrodolci.

Questa pasta non contiene grassi o colesterolo, Il contenuto di sodio è di 25 milligrammi, che è meno dell'1 % della dose giornaliera consigliata; non sono però ricchi di vitamine ecco perché è sempre bene combinare questi spaghetti con una serie di verdure per bilanciare il pasto. Anche a calorie stiamo bassi con questa scelta e il quantitativo da utilizzare è inferiore ad un altro tipo di pasta producendo una resa ed un senso di sazietà davvero incredibili. Che altro dire?? Ah sì quasi mi dimenticavo: cuociono persino in pochissimo tempo :-D


MUNG NOODLES ALLE VERDURE


INGREDIENTI

per 2 persone

100 gr di mung noodles

4/5 foglie grandi di cavolo nero o verza
3/4 carote medie
1 cipollotto
olio evo
sale (facoltativo)
salsa shoyu senza glutine o salsa tamari
aceto di riso (mirin) o in alternativa aceto di mele
semi di sesamo

PER IL SUGO
In una padella mettere un po' d'acqua e far appassire il cavolo nero o la verza tagliati a listarelle. Aggiungere le carote tritate nel mixer a tocchettini piccoli e il cipollotto e far andare fino a quando non risultano teneri. Aggiungere un filo d'olio un pizzico di zucchero o agave una punta di mirin e irrorare con la tamari (senza esagerare). Far addensare il sugo e infine aggiungere i semi di sesamo che se volte potete preventivamente tostare in una padella antiaderente senza però bruciarli poiché diventerebbero tossici.

PER GLI SPAGHETTI 
Aumentano discretamente di volume e saziano in modo diverso rispetto ad un classico piatto di pasta quindi bisogna imparare a regolarsi nelle dosi. 
Mettere un tegame con acqua a far bollire e salarla. Riporre gli spaghetti crudi in una ciotola capiente e resistente al calore. Versarvi sopra l'acqua bollente fino a ricoprirli abbondantemente e lasciarli riposare per 5 minuti. Ogni tanto rigirarli con una forchetta. Scolarli poi e versarli direttamente nella padella col sugo facendo ben bene amalgamare il tutto. Sistemare di olio (un po' ne serve) e se occorre di sale (ma non dovrebbe esser necessario). Questi spaghetti sono formati da filamenti lunghissimi pertanto conviene tagliarli a metà, ma solo una volta cotti.






giovedì 21 novembre 2013

Il mattino ha l'oro in bocca


Iniziare la giornata con una prima colazione sana e nutriente è il modo migliore per sentirsi bene e svolgere al meglio la giornata. Ricordiamoci che i muscoli e il cervello hanno bisogno di energia, evitiamo quindi l’errore di trascurare quello che è veramente il pasto più importante della giornata.

Partiamo da una premessa: alla base della nostra prima colazione dovremmo cercare sempre di inserire  frutta e cereali, per fare un bel carico di vitamine, fibre e sali minerali. Questo rende il pasto completo e bilanciato.

Ad esempio un bel frullato energetico e antiossidante. .. ad es con frutta fresca di stagione e se siete proprio amanti del frullato un po’ di latte vegetale non zuccherato ci può stare e in questo modo vi create una colazione abbondante di fibre e proteine, capace anche di abbassare il livello di colesterolo nel sangue.
Se invece volete evitare anche il latte vegetale sperimentate… mettete assieme un paio di frutti che vi piacciono e poi magari inserite qualche mandorla o dell’uvetta o delle nocciole; se volete aumentare il sapore dolce un paio di datteri fanno al caso vostro.
La frutta secca, come mandorle, noci e nocciole, lo sappiamo, ha un valore proteico ed energetico veramente alto. I pinoli, ad esempio, contengono oltre il 30% di proteine. Da consumare soprattutto di mattina, la frutta secca deve essere mangiata senza aggiunta di sali o zuccheri, non deve essere trattata, per evitare anche l’irrancidimento dei grassi sani contenuti in essa.
In base alle necessità del nostro organismo, dovremmo consumarne una quantità discreta. Senza esagerare. Possiamo anche aggiungere alla frutta secca la frutta fresca, come ad esempio, scegliere di consumare vicino a 3 noci, una mela. Nello specifico, questa colazione dà le energie sufficienti a chi pratica attività sportiva la mattina ad esempio. 


Altra alternativa può essere un muesli tostato: colazione un po’ più complessa, ma molto, molto completa. Nei negozi bio ne trovate di molto validi ma potete volendo  anche crearvene da soli secondo il vostro gusto, da conservare in dispensa e da mangiare quando volete.
Ecco un esempio:
4 tazze di avena integrale;
½ tazza di crusca (se volete una versione senza glutine ok i fiocchi di mais o di riso e ne esistono anche al cioccolato);
½ tazza di albicocche secche;
½ tazza di mandorle;
½ tazza di mirtilli secchi;

Mescolate tutti gli ingredienti assieme e quando volete consumarli li avrete già pronti da mettere con yogurt vegetale o latte vegetale, macedonie di frutta o anche semplicemente così. Aggiungete sciroppo d’acero o d’agave ed otterrete una colazione davvero super.
NB. I famosi e tanto pubblicizzati cornflakes e derivati che trovate in commercio sono in realtà nocivi poiché contengono elevatissime dosi di zucchero bianco raffinato.. quindi imparate a leggere bene  le etichette così da poter scegliere qualcosa di più salutare e molto spesso pure più buono ^_^
Il pudding americano è un’altra possibilità…. Riempie davvero molto lo stomaco quindi consideratelo per giornate che richiedono particolare energia ^_^

All’incirca x porzione:
1 tazza di avena integrale;
1 tazza di latte vegetale non zuccherato;
Un pizzico piccolo di sale;
Uvetta;
Cannella;

Mettete tutto in un pentolino a fuoco vivace e fate addensare l’avena che si “gonfierà” inglobando il latte (se vi risulta troppo denso aggiungete un po’ di acqua). A densità desiderata spegnete e cospargete con un po’ di succo d’agave. 

mercoledì 20 novembre 2013

Perchè cereali integrali?

Ogni strato di un semplice chicco di cereale integrale racchiude in sé un segreto di benessere, utile ad una corretta e sana alimentazione. 


La crusca.
E’ la pellicola più esterna del chicco, composta da cellulosa, l’elemento costitutivo dei tessuti vegetali e dai pigmenti che conferiscono il colore alla pianta. In particolare, nella crusca sono presenti lignani, cioè gli “scudi” attraverso cui le piante si difendono dall’attacco dei microrganismi esterni. Questi costituiscono una difesa anche per il nostro organismo perché ci proteggono dalle malattie cardiovascolari e rafforzano le nostre difese immunitarie. La crusca è un’incredibile fonte di fibre, di sali minerali e di vitamine del gruppo B che agiscono nella trasformazione dei carboidrati in glucosio.. 

Il germe.
Parte più interna del chicco da cui la pianta trae il proprio nutrimento. Il germe contiene un vero e proprio patrimonio nutritivo grazie alla presenza di antiossidanti, tra cui la vitamina E, nota per la sua capacità di rallentare l’invecchiamento cellulare e di tenere in forma il sistema nervoso.

L'endosperma.
Infine l’ultimo strato ovvero il cuore dell’intero chicco dove abbiamo proteine e soprattutto amido. 

La triplice combinazione di questi strati  fa sì che i cereali integrali siano una chiara fonte primaria di carboidrati. Dai glucidi infatti si ottiene più del 50% dell’energia sviluppata dall’organismo umano: ecco perchè non devono mai mancare in un’alimentazione sana e quindi varia. 

Nei cereali raffinati vengono eliminati sia la crusca che il germe e questo causa appunto il processo di macinazione e raffinazione a cui sono sottoposti.
In particolare, visto che nei cereali raffinati manca lo strato di crusca, essi sono privati delle fibre che, tra gli altri benefici, sono in grado di rallentare l’assorbimento nel sangue del glucosio, cioè dello zucchero derivato dal metabolismo dell’amido contenuto nell’endosperma. Nei cereali raffinati rimane solo il nucleo centrale, quindi solo l’amido per cui, senza le fibre, il tasso di glucosio nel sangue si alza repentinamente. Al contrario, grazie alle fibre il glucosio raggiunge il circolo sanguigno in modo equilibrato e costante permettendo all’insulina di essere liberata più lentamente.


Nb. Alcuni prodotti possono contenere una miscela di cereali raffinati e integrali: ecco perché è sempre bene leggere l’etichetta nutrizionale coi veri valori riportati.

I prodotti addizionati con crusca non sono automaticamente integrali. L'aggiunta di crusca a un prodotto raffinato, cioè artificialmente impoverito del proprio naturale patrimonio di minerali, può compromettere l'assorbimento dei minerali residui, rendendolo inadeguato.

martedì 19 novembre 2013

cosa significa SENZA GLUTINE

Il glutine è una sostanza proteica che si forma dall’impasto tra acqua e la farina di alcuni cereali: avena, grano o frumento, farro, grano “khorasan” o meglio noto col marchio statunitense di kamut, orzo, segale, spelta e triticale. 
(..e sì semola e couscous derivano sempre dal grano… questo lo dico a chi spesso me lo chiede)


In particolare, il glutine è costituto da due classi proteiche: le prolamine e le glutaline. Quando si aggiunge l’acqua alla farina, assemblandosi tra loro formano fibre che conferiscono elasticità alla massa glutinica. Insieme, le fibre di prolamine e di glutaline sono all’origine della qualità dell’impasto. 


Oggi il glutine si ritrova nel pane, nella pasta e in altri prodotti da forno tipici della cucina italiana, ma anche in cibi come il seitan o comunque in tutti quelli contenenti muscolo di grano e/o proteine del grano. Non bisogna poi sottovalutare le panature e le salsa spesso addensate con la farina classica di grano.


Purtroppo però, per alcune persone le prolamine presenti nel glutine hanno dei gravi effetti tossici. È il caso di coloro che soffrono di sensibilità al glutine o di coloro che soffrono di celiachia: l’intolleranza permanente al glutine . Per questo l’Associazione Italiana Celiachia ha istituito per gli alimenti “gluten free” lo speciale Marchio della Spiga Barrata.  


Questo non significa però che chi è intollerante al glutine non possa gustarsi un buon piatto di pasta o che sia costretto a dire addio per sempre ai panini. La soluzione è relativamente semplice: basta scegliere dei prodotti da forno a base di cereali che naturalmente per loro proprietà non contengono glutine. ^_^











Quali cereali sono totalmente “gluten free” e quindi privi di glutine? 


1. Riso. È una vera fortuna che il cereale più coltivato al mondo sia senza glutine. Del riso ne esistono diverse varietà e lavorazioni ma, come gli altri cereali, è sempre preferibile prediligerlo nella versione integrale perché è ricco di fibre e di vitamine del gruppo B che agiscono nella trasformazione dei carboidrati in energia spendibile dall’organismo.


2. Mais o granoturco. Con il mais si possono preparare pasta, pane e altri prodotti da forno che di solito sono a base di frumento. Dalla colazione al pranzo, passando anche per lo spuntino grazie alle gallette, il mais trova sempre il suo posto a tavola. È bene ricordarsi che è preferibile acquistare il mais OGM-FREE, cioè non geneticamente modificato. 



3. Miglio. Oltre ad essere privo di glutine, rispetto al frumento il miglio è caratterizzato anche da una maggior presenza di acidi grassi insaturi, come l’acido linoleico e l’acido linolenico, che contribuiscono a tenere sotto controllo il livello di colesterolo nel sangue. 

Non si possono poi di certo dimenticare anche gli “pseudocereali” che non appartenendo botanicamente alla famiglia dei cereali non possiamo ritenerli tali: si tratta in effetti di erbe e piante, ma non contengono comunque glutine.

Questi sono  il grano saraceno , il sorgo, il teff, la quinoa e l’amaranto (che ha le stesse proprietà nutritive del miglio con in più l’aminoacido essenziale della lisina che scarseggia nei normali cereali) .  



CREMA ROSSA

Io e le rape rosse non siamo mai state troppo amiche.. anzi per esser sinceri non ci siamo proprio mai sopportate ... ^_^

Solo ultimamente ho riscoperto e "capito" come valorizzare il sapore di questo splendido ortaggio che ha tra l'altro numerosissime proprietà: intanto ha pochissime calorie e poi è ricco di antocianine quindi un ottimo antiossidante, acido folico, sali minerali e vitamine ed è inoltre un buon antinfiammatorio per l'apparato digerente e il fegato.
Direi più che validi motivi per sperimentarlo.

In questa semplice versione che vi propongo ne assaporate il sapore, ma non in maniera troppo pungente: direi un buon compromesso come partenza. 

CREMA ROSSA 



INGREDIENTI
per 2 persone

2 grosse rape rosse cotte in precedenza 
(se BIO e di produzione locale vanno bene anche quelle nelle confezioni precotte)
3/4 patate medie 
1 scalogno
insaporitore per brodo vegetale senza lievito
prezzemolo fresco o essiccato
olio evo
sale
1 pugno di capperi sotto sale sciacquati sotto il getto di acqua corrente e strizzati bene in modo da togliere l'eccesso di sale
4 pomodori essiccati al naturale (senz'olio)

Lavate, pelate e fate a tocchetti medi le patate. Pelate e tagliate in 4 spicchi anche lo scalogno. Mettete entrambi in una casseruola abbastanza capiente e coi bordi alti ricoprendole a filo con acqua (non esagerare con la quantità). Appena l'acqua arriva a bollore versarvi un cucchiaino di insaporitore per brodo vegetale e far cuocere le patate una decina di minuti circa o comunque fino a che non riuscite ad infilzarle con la forchetta abbastanza facilmente. Aggiungete le rape tagliate a tocchetti medi e lasciate cuocere per un paio di minuti. Levate dalla fiamma e con un frullatore ad immersione riducete il tutto a crema. Regolate di sale, mettete un filo d'olio e il prezzemolo essiccato (se usate il fresco trituratelo finemente tipo per fare il soffritto).
Se dovesse risultare troppo densa potete aggiungere un po' di acqua calda.
Impiattate e servite con una manciata di capperi e pomodori secchi sminuzzati.

NG (NOTAGUSTO) : se non amate i capperi potete metterci altro; ad es. qualche noce.

Il buono della semplicità

Un piatto semplice e veloce non è da ricondurre ad un'idea di pietanza banale o peggio ancora senza sapore.
Nelle mie pause pranzo coi minuti contati il tempo stringe davvero e quando anche il frigo piange questo è uno dei miei piatti preferiti ^_^


LINGUINE AL LIMONE E PISTACCHI


INGREDIENTI
dosi per 2 persone

160 gr di linguine o spaghetti (io li uso di mais poichè senza glutine)
1 limone intero grande o 2 piccoli (meglio se BIO)
15 pistacchi circa (quelli classici salati e tostati)
1/2 scalogno medio
olio evo
sale
pepe (facoltativo)

Mettere a bollire l'acqua per la pasta e salatela poi quando arriva a cottura. Sgusciate i pistacchi e con un mortaio sbriciolateli grossolanamente e metteteli da parte. Pulite e sminuzzate lo scalogno e riponetelo. Prendete mezzo limone e ricavatene il succo con lo spremiagrumi e lasciatelo da parte. Buttare le linguine nell'acqua a cuocere al dente.
Nel frattempo mettete in padella lo scalogno con poca acqua e fatelo sobbollire per un minuto circa, aggiungete poi un filo d'olio e la polpa del mezzo limone rimanente (utilizzate un cucchiaino per estrarla velocemente e levate i semi), aggiustate di sale e se volete pepe e fate rapprendere il sughetto.
Quando la pasta è pronta scolatela. Mettete ora il succo del limone e fuoco vivo in padella facendolo sfumare appena e subito dopo versateci la pasta e saltatela a fuoco vivo per un minuto circa.
Spegnete e impiattate con una spolverata di pistacchi sopra  :-D




lunedì 18 novembre 2013

LIEVITO ALIMENTARE ...vediamo di capirci qualcosa in più


Il lievito alimentare è ricavato dal lievito di birra essiccato ed è usato nella cucina vegana per essere aggiunto alle pietanze che possono richiederne l'utilizzo. 
Ha un sapore ricco, simile alle noci ( io lo definisco anche "formaggioso" ) e può essere incorporato in pizze, verdure, sughi, purè, pasta, risotti, varie zuppe, nei ripieni, etc... L’importante è metterlo sempre a crudo sulle pietanze e amalgamarlo velocemente e bene, ne é consigliato un uso max di 4/5 cucchiai al giorno (che a me personalmente paion davvero tanti…anzi troppi !), in ogni caso è sempre bene non esagerare.

Il lievito alimentare a scaglie a differenza del classico lievito di birra, non può più fermentare (quindi per chi ha problemi alimentari di intolleranze coi lieviti questo non provoca alcun problema) , ma resta comunque un valido integratore perché conserva le sue proprietà nutrizionali…

Essendo ricavato dalla birra non è adatto a chi ha intolleranze al GLUTINE, ma ne esiste un’ottima versione ricavata dalla melassa che ne è totalmente privo … infatti io utilizzo quest’ultimo tipo ^_^

Le caratteristiche principali del lievito alimentare sono:

·        Integratore di qualità poiché ricchissimo di proteine
·        Ricco di aminoacidi ed enzimi
·        Effetti benefici sulla flora batterica
·        Ricco di vitamine del gruppo B
·        Indispensabile in una dieta vegana per la vitamina B12
·        Fonte di cromo e selenio (antiossidanti che prevengono i radicali liberi)